Italia, Cultura

L’eroe di Sofocle: la tragedia del destino. Il tragediografo antico protagonista della stagione del teatro greco di Siracusa

«Non a te sola tra i mortali apparve, figlia, il dolore che tu riveli più degli altri che sono in casa, i tuoi congiunti di stirpe e di sangue, Crisotemi e Ifianassa ancora in vita e lui nella sua giovinezza al riparo dai mali, felice, [...] Oreste»: se il dolore, come ricorda il coro delle donne di Micene ad Elettra nell’omonima tragedia di Sofocle, è una condizione comune all’esperienza umana, quello che tuttavia la distingue dagli altri – persino dai suoi fratelli, Crisotemi, Ifianassa, Oreste, figli dello stesso padre assassinato, Agamennone – è la sua relazione con esso. Elettra ci convive non soltanto in quanto lo subisce, non può dimenticare, ma in quanto lo sceglie, lo persegue; addirittura se ne consola, quasi se ne compiace. Con Elettra, che aprirà il 9 maggio la stagione del teatro greco di Siracusa, ed Edipo a Colono, che seguirà dal 10, l’Istituto Nazionale per il Dramma Antico celebra quest’anno il genio drammaturgico di Sofocle, già riconosciuto del resto dai suoi contemporanei: negli agoni tragici, oltre ad avere ottenuto il primato delle vittorie (le fonti ne riferiscono una ventina), le sue opere non scesero mai al di sotto del secondo posto.

La domanda sulla sofferenza è al centro della tragedia classica. Essa indaga il senso dell’esistenza, cerca di comprendere l’intreccio delle vicende umane nel corso delle generazioni, il loro inserimento in un contesto ulteriore, cosmico. Ciascuno dei tragediografi della triade consacrata dalla tradizione, Eschilo, Sofocle ed Euripide, tenta la sua risposta, rielaborando in modo originale il materiale mitologico. In Sofocle, la situazione tragica cui è condannato l’uomo spicca dalla rappresentazione di figure individuali, quali Elettra ed Edipo. Il coro dell’Edipo re ammoniva, infatti: «Abbiamo davanti a noi l’esempio del tuo destino, infelicissimo Edipo, e dunque non diremo felice nessuno degli uomini». Elettra, Edipo non hanno colpa. Figlia del re Agamennone, comandante dell’esercito greco nella guerra di Troia, Elettra è rimasta orfana del padre, ucciso al suo ritorno in patria dalla madre Clitennestra e dal suo amante Egisto. Da allora, ella si consuma nel lutto e nel pensiero della vendetta, divenuta oramai la ragione della sua vita. Anch’egli figlio di re, a seguito del responso dell’oracolo di Delfi, che gli predisse l’omicidio del padre e il rapporto incestuoso con la madre, Edipo ha lasciato Corinto per scongiurare la commissione di questi delitti.

Percosso mortalmente un uomo ad un crocicchio per legittima difesa, approda infine a Tebe. Qui riesce a risolvere l’enigma della Sfinge, liberando da questa creatura mostruosa la città, di cui diviene re e sposa la regina, che era rimasta vedova. Ma scoprirà che l’uomo che aveva ucciso era proprio Laio, il re di Tebe, che, a conoscenza dello stesso vaticinio, appena Edipo nacque lo consegnò ad un pastore per farlo abbandonare sul monte Citerone; e che la regina, Giocasta, con la quale ha avuto dei figli, è sua madre. Nell’Edipo re, prima di conoscere l’intollerabile verità del suo destino, Edipo si proclama – quasi consolandosene, egli, che non sa ancora quali siano i suoi genitori – «figlio della tyche»: del caso, della sorte. Dispensatrice di bene quanto di male, senza criterio, a prescindere da meriti o colpe, è essa che sembra reggere l’universo di Sofocle: «Generazioni di uomini, vi conto una dopo l’altra, tutte uguali, tutte viventi nel nulla. Quale uomo ottiene più che l’illusione della felicità? E dopo l’illusione viene il declino», canta il coro nell’Edipo re. Il dolore è in agguato perché gli uomini sono in balia di questa forza cieca.

L’imponderabilità del futuro è un fatto dell’esistenza, non imputabile semplicemente all’insufficienza umana. Risalendo a ritroso nella storia della stirpe – degli Atridi, gli antenati di Elettra, come dei Labdacidi, quelli di Edipo – lungo la catena delle generazioni, la colpa sembra perdere la sua connotazione individuale, contingente, allargandosi ad una dimensione originaria, dalla quale la vita umana pare giocata. Essa diventa una macchia connaturata al genere umano, che non vi è quindi modo di estinguere. Come ha notato Francis Dunn, queste due tragedie, Elettra ed Edipo a Colono, sembrano sottrarsi al canone sancito da Aristotele nella Poetica, che pone nella rappresentazione dell’azione, ovvero nella costruzione della trama, la colonna portante di un’opera tragica: «Principio dunque [...] della tragedia è il racconto, al secondo posto i caratteri (e all’incirca è lo stesso nella pittura: se si buttano giù i più bei colori alla rinfusa non si ottiene lo stesso effetto che se si disegna in bianco e nero un’immagine)». Oggetto di queste tragedie di Sofocle, per contro, è proprio il carattere dei personaggi.

Se è lecito parlare di “eroismo tragico” – una definizione che, almeno terminologicamente, trova avvallo in un frammento di Teofrasto – i protagonisti dei drammi superstiti dell’antico tragediografo ateniese sono individui eroici in quanto non sfuggono alla loro sorte, ma la affrontano con la loro unica forza interiore, ignorando i consigli accomodanti provenienti dall’esterno. Elettra elegge la sofferenza rispetto al compromesso con un potere ottenuto con l’inganno e la violenza; disprezza la sorella Crisotemi che accetta la sottomissione agli assassini del loro padre in cambio delle comodità di una vita agiata. Con i suoi incessanti lamenti, che le costano, per contro, una vita di stenti, può, quantomeno, infastidirli: «Non vivo? Male, lo so, ma a me basta; e intanto affliggo costoro, sì da rendere onore al padre morto». Anche se il suo dolore è – come le ricorda il coro, nel tentativo di distoglierla dalla sua fissazione – inutile, «senza rimedio», perché non potrà riportare in vita Agamennone, Elettra ribadisce che sarebbe ingiusto dimenticare il padre ucciso: «lasciatemi, lasciatemi, mie consolatrici: [...] non vedrò mai la fine delle mie sofferenze». Il dolore diventa la compensazione di un’ingiustizia ancora in attesa di vendetta; l’unica consolazione possibile. Nell’ostinazione di Elettra («non voglio cessare di piangere il mio padre sventurato») trapela il compiacimento della propria capacità di sopportazione del «peso» di un dolore che «mi piega».

Una consapevolezza che si ritrova in Edipo: «Non c’è altro uomo che reggerebbe a portare il peso delle mie pene», dice il protagonista dell’Edipo re. Anche se, come recita l’antica sapienza del Sileno – lo sfondo che sovente riemerge nei versi delle tragedie – la morte sarebbe preferibile alla sofferenza della vita – ad una tale sofferenza – Edipo non si suicida, come Giocasta, ma si acceca. Perduta la vista degli occhi, si acuisce lo sguardo interiore. Se l’“errore tragico” di Edipo, quell’hamartia che Aristotele teorizza come la causa involontaria della rovina dell’eroe della tragedia, è, come spiega Salvatore Natoli, un’insufficiente riflessione su di sé, sulle parole profetiche dell’oracolo, Edipo, l’unico a saper risolvere l’enigma della Sfinge che affliggeva Tebe, ora veramente sa chi è, conosce se stesso, suprema sapienza, come ammonisce l’oracolo. Il destino di Edipo è scritto nel suo nome, che ne contiene l’ambiguità: Edipo è l’uomo dai piedi gonfi, perché, al momento di abbandonarlo, il padre glieli aveva trafitti; ma Edipo è anche colui che sa, che non si sottrae alla conoscenza della verità sulla sua identità, nonostante la premonizione che ciò lo condurrà nel baratro. Il sapere, certo, aumenta il dolore: «Infelice, per la tua disgrazia e per la coscienza che ne hai», lo compiange il coro dell’Edipo re. Ma solo nella consapevolezza della propria condizione, che pure non modifica il tragitto del destino, è la grandezza dell’uomo. Nell’Edipo a Colono, l’animo del vecchio Edipo è ormai forgiato dall’abitudine alla sofferenza. Altri mali si sono aggiunti a quelli antichi: i suoi figli maschi, Eteocle e Polinice, lo hanno scacciato da Tebe, costringendolo all’esilio, ad un’esistenza senza patria. Il suo peregrinare, insieme alla figlia Antigone, lo porta, ormai alla fine dei suoi giorni, in un boschetto sacro nei pressi di Atene, a Colono (un’ambientazione che è una celebrazione, in quest’ultima tragedia di Sofocle, messa in scena postuma dal nipote, del suo luogo natale). Qui, nei dintorni del boschetto, Edipo, uomo, diventerà immortale, un eroe: il luogo della sua morte diventerà sacro. Come aveva profetizzato l’oracolo, il suo corpo avrebbe infatti garantito protezione alla città che avesse ospitato la sua tomba. Teseo, il sovrano di Atene, riconosciutolo, lo accoglie e gli dà sepoltura. Ma l’eroizzazione di Edipo non costituisce una compensazione della sua vita di dolore, né una conclusione dell’infelice vicenda della sua stirpe. Prima di morire, egli scaglia le sue maledizioni contro Creonte, fratello di sua madre Giocasta, che, a conoscenza delle parole dell’oracolo, accorre da Tebe per appropriarsi del suo corpo, e contro Polinice, che cerca il suo appoggio nella guerra che si appresta a combattere contro il fratello Eteocle per il trono di Tebe.

Edipo si rifiuta di diventare lo strumento dei loro piani di potere: a Creonte augura di vivere una vecchiaia come la sua; ai due figli maschi, che lo hanno condannato all’esilio, predice la morte reciproca per mano fraterna. Il loro destino si compirà, travolgendo anche la loro sorella, Antigone, che sarà condannata a morte per avere disobbedito al divieto di Creonte, il nuovo re di Tebe, dando sepoltura al fratello Polinice. Quando Creonte si accorgerà del proprio errore, sarà troppo tardi: suo figlio Emone, alla vista di Antigone, sua promessa sposa, suicida nella caverna in cui Creonte l’aveva fatta rinchiudere, si affonda una spada nel ventre davanti agli occhi del padre. Il «giogo della necessità», al quale Eschilo cerca di sottrarre l’uomo, per Sofocle sembra rimanere invincibile.

Georgia Schiavon

Friuli V.G.

Friuli, Polizia arresta banda dedita a immigrazione irregolare

TRIESTE - La Polizia di Frontiera di Trieste, diretta dalla Procura - direzione distrettuale antimafia, ha arrestato otto cittadini turchi componenti di un'organizzazione dedita al favoreggiamento all' immigrazione irregolare attraverso la 'rotta balcanica'.

Sono stati sequestrati 10 veicoli utilizzati per trasportare i migranti; in precedenza, sono stati arrestati altri tre cittadini turchi a Spalato (Croazia) dalla polizia croata.

Gli stranieri irregolari individuati sono 52, tra cui molte donne e alcuni minorenni, anche molto piccoli.

Le indagini, dirette dal procuratore Federico Frezza, sono cominciate dopo l'arresto di alcuni cittadini turchi in primavera ai controlli di frontiera di Trieste, che trasportavano prevalentemente turco-curdi e cinesi. La Polizia Giudiziaria di Trieste ha accertato un consistente flusso di stranieri irregolari, per lo più famiglie con minorenni al seguito, fatti arrivare in aereo in Bosnia e Serbia da dove venivano accompagnati in Italia in auto o su mezzi pesanti, attraverso Bosnia, Croazia, Slovenia. La destinazione del viaggio non era l'Italia ma il nord Europa, Germania in particolare.

Il prezzo pagato per il viaggio dalla Turchia all'Italia oscillava tra i 4mila ed i 6mila euro. L'organizzazione aveva radicati contatti in Turchia, Bulgaria, Germania, Bosnia e Paesi Baltici. Alle indagini hanno partecipato le polizie croata e bulgara, esperti della Polizia turca e tedesca, uno distaccato alla Polizia di Frontiera Trieste, per cooperazione contro il traffico di esseri umani in area balcanica e nord est italiana. Collaborazione avviata dopo una intesa tra Bundespolizei e Polizia di Stato.
Economia, Veneto

Formazione, Veneto. Stanziati 7 milioni di euro di fondi FSE+ 2021-2027

VENEZIA - Sono state approvate dalla Giunta Regionale del Veneto, due misure strategiche per sostenere progetti formativi volti allo sviluppo di competenze nell’ambito del turismo e nella filiera dell’automotive.

Le misure, su proposta dell’assessore all’Istruzione e Formazione, hanno consentito di deliberare due nuovi bandi per la presentazione di progetti formativi del Programma Regionale Veneto Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027 nell’ambito dell’obiettivo “Investimenti per l'occupazione e la crescita”.

Il primo avviso “Competenze per un turismo più accessibile, sostenibile e digitale”, che comprende un investimento complessivo di 2 milioni di euro, punta a sviluppare e a potenziare le competenze dei lavoratori del settore turismo, per rispondere alle esigenze del mercato e trasformare i cambiamenti in atto in opportunità di crescita, con particolare riferimento ai temi della transizione green, ai temi dell’accessibilità e fruibilità dei servizi offerti e al welfare aziendale.

Il secondo avviso “Competenze per le nuove sfide della filiera automotive”, per il quale sono stati stanziati 5 milioni di euro, consentirà alla Regione di potenziare le competenze dei lavoratori della filiera, con particolare attenzione alla transizione green e digitale, allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi e alla diversificazione produttiva e di mercato.

I progetti dovranno avere un valore complessivo compreso tra i 20 mila e i 120 mila euro e per entrambi i bandi la scadenza per la presentazione sarà l’11 giugno 2025.

Treviso, Opitergino Mott.

San Polo, ecco la “Camminata naturalistica alla scoperta della Lia”

SAN POLO DI PIAVE – Sarà un pomeriggio da passare immersi nella natura e nella storia locale quello di sabato 26 aprile grazie alla “ Camminata naturalistica alla scoperta della Lia ” , evento patrocinato dal Comune di San Polo di Piave e organizzato in collaborazione con Pro Loco, Legambiente Piavenire e Caseificio Lia.

L'iniziativa prenderà il via alle ore 14 con le registrazioni presso la sede della Pro Loco, mentre alle 14.30 è prevista la partenza del gruppo accompagnato da due guide d'eccezione: Fausto Pozzobon di Legambiente Piavenire e lo storico locale Vinicio Cesana che condurranno i partecipanti lungo un percorso di circa 9 km alla scoperta del territorio attraversato dal fiume Lia. Alle 16, invece, il Caseificio Lia offrirà un ristoro per tutti i partecipanti seguito alle 16.45 da un approfondimento storico a cura di Vinicio Cesana sulla Chiesa dei Templari.

La giornata si concluderà alle 18 con un rinfresco finale alla sede della Pro Loco.

« Si tratta di un’occasione per riscoprire il nostro territorio e valorizzarne le bellezze naturalistiche e culturali – dichiara l’Assessore comunale Elisabetta Giacomin – La camminata alla scoperta del Lia unisce la possibilità di fare attività fisica all’aria aperta con momenti di approfondimento storico e ambientale, il tutto in un contesto suggestivo e per alcuni ancora poco conosciuto. Proprio per questo invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare perché solo conoscendo a fondo il nostro patrimonio possiamo davvero prendercene cura e trasmetterlo alle nuove generazioni ».

Si precisa che la durata complessiva dell’escursione è di circa tre ore e la partecipazione prevede un contributo di 5 euro comprensivo di gadget gratuito per tutti i bambini sotto i 12 anni. Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare la Biblioteca Comunale all’indirizzo mail biblioteca@comune.sanpolodipiave.tv.it o al numero 0422 855106 int. 2.
Friuli V.G.

Friuli V.G. , opportunità per lavoratori e imprese su GO!2025

Uno spazio dedicato all'incontro tra domanda e offerta nei settori cultura e turismo nell'area transfrontaliera

PORDENONE- L'assessore al Lavoro del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen ha annunciato l'apertura di uno spazio apposito per l'incontro tra domanda e offerta, prevalentemente nei settori turismo e cultura, nell'anno in cui Gorizia è con Nova Gorica Capitale europea della cultura, all'interno del portale Euradria. L'assessore dichiara che "
il portale di Euradria (ibit.ly/Chczi) rappresenta un canale operativo pensato per favorire l'incontro tra lavoratori e imprese dell'area transfrontaliera, con un focus sulle opportunità che emergeranno nel corso degli eventi in calendario per GO!2025. Si tratta di uno spazio informativo facilmente accessibile anche dal sito ufficiale della Capitale europea della cultura (go2025.eu), dove è possibile consultare offerte di impiego e partecipare a progetti dedicati al mondo del lavoro."

"Questa iniziativa - ha aggiunto l'esponente dell'Esecutivo Fedriga - nasce da un accordo strategico tra il partenariato del progetto Euradria, di cui la Regione è capofila, e il Gect Go co-organizzatore di GO!2025. Si rafforza così la cooperazione transfrontaliera, con l'obiettivo di migliorare la mobilità lavorativa e offrire servizi qualificati di assistenza sia alle imprese sia ai lavoratori." 

La piattaforma è a disposizione di disoccupati, lavoratori e imprese dell'area a cavallo tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, per agevolare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, in particolare in vista del significativo afflusso turistico e del crescente fabbisogno di personale legato agli appuntamenti di GO!2025. Le aziende interessate a pubblicare le proprie offerte possono scrivere a euradria@regione.fvg.it.

Attualmente, sono circa 12mila i lavoratori che quotidianamente attraversano il confine per motivi occupazionali, mentre oltre 300 imprese fanno già riferimento ai servizi di Euradria. Dodici sono gli infodesk attivi nell'area transfrontaliera, che forniscono supporto su temi come sicurezza sociale, tassazione, reclutamento e formazione. Un sistema integrato di strumenti fisici e digitali in costante crescita, a beneficio di un'area sempre più interconnessa.

Per il Gect Go il progetto congiunto mira a favorire nel lungo periodo la qualità di vita di artisti, creativi e organizzatori che popolano l'ecosistema culturale dell'area, valorizzandone le possibilità occupazionali e contribuendo così a trattenere sul territorio queste preziose risorse, nella logica di dare stabilità ai progressi ottenuti con il progetto di Capitale Europea. 
Sport, Veneto

A Rovigo torna il grande pattinaggio internazionale 

ROVIGO - Da venerdì 25 a domenica 27 aprile andrà in scena il Memorial Arturo Ponzetti - Venice Land Roller Cup, una delle più importanti manifestazioni rotellistiche della stagione. L’evento giunto alla sua 39esima edizione, organizzato dallo Skating Club Rovigo, è ormai diventato un tradizionale appuntamento agonistico e promozionale. Manifestazione nata nel 1985, in memoria dell'indimenticato dirigente del club e della federazione. Teatro dell’appuntamento il Pattinodromo delle Rose, fiore all’occhiello della città veneta e punto di riferimento per il pattinaggio su rotelle.

Una 39esima edizione speciale, che vede il sostegno della Federazione Sport Rotellistici Skate Italia. L’evento internazionale per la prima volta ospiterà in pista gli atleti della Colombia, nazionale campione del Mondo. In palio la Venice Land Roller Cup, a sottolineare la portata della gara che prevede la partecipazione di oltre 700 atleti provenienti da Italia, Ecuador, Messico, Belgio, Portogallo, Francia, Colombia e Venezuela, con allenatori e staff. Oltre 2500 persone, per quanto riguarda i team, presenti all’appuntamento veneto. Tre giorni di gare a Rovigo con i migliori atleti azzurri e internazionali. Italia guidata dal capitano e portabandiera Giuseppe Bramante, che veste proprio la maglia dello Skating Club Rovigo. L’atleta azzurro capace di vincere, nel settembre scorso, il titolo di campione del mondo, nella gara dell’americana a squadre, oltre ad aver conquistato una medaglia di bronzo iridata e il titolo di campione europeo, con la staffetta azzurra. Bramante guiderà il prestigioso Mariani World Team, con in gara anche l'altro iridato, Vincenzo Maiorca e i compagni provenienti da Belgio, Portogallo e Francia. Spettacolo garantito sulle velocissime piste del Pattinodromo delle Rose, sotto gli occhi attenti del commissario tecnico, Massimiliano Presti.

“Quest’anno il Memorial Ponzetti - Venice Land Roller Cup è l’occasione di un ulteriore salto di qualità per la nostra società, per la nostra città e per la regione - ha rimarcato il presidente dello Skating Club Rovigo, Federico Saccardin - L’impianto rappresenta una grande attrattiva. Avremo presenti i campioni del mondo che hanno difeso la maglia azzurra agli ultimi World Skate Games di settembre scorso. Saranno ricordati durante la manifestazione nostri grandi amici, a partire da Riccardo Passarotto, prematuramente scomparso, uno dei più grandi atleti ad aver indossato la nostra maglia, ed ancora Paolo Campi e Paolo Rondina, nostro grande sostenitore. Un doveroso ringraziamento - ha sottolineato Saccardin - va a tutti i volontari dello Skating Club che sostengono, non solo in questi tre giorni, la nostra attività.

Una grande festa dello sport e del pattinaggio a Rovigo che sarà invasa da atleti di altissimo respiro internazionale, come quelli colombiani. Su tutti, la tredici volte campionessa del mondo Gabriela Isabel Rueda, assieme al sette volte iridato, Kollin Andrea Castro Mosquera e al cinque volte mondiale, John Edward Tascon Holguin. Da evidenziare anche la valenza turistica della Kermesse sportiva internazionale, con le numerose attrattive e bellezze offerte da Rovigo, dal Delta e dalla regione veneta. La gara è anche valida come “Coppa Riccardo Passarotto”, per ricordare il meraviglioso atleta, protagonista a livello internazionale della velocità, scomparso a soli 26 anni, nel maggio del 2022. Trofeo valido anche per i circùito Gpg e Italian Roller Cup.
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Ultimo aggiornamento: 23/04/2025 21:15