Oggi vi parlo di magia. No, tranquilli. Non entro nell’esoterismo rituale o nell’occultismo, ma nel principio di manipolazione che il termine, per sua natura, incarna. Per magia, infatti, s’intende quella tecnica che si prefigge d’influenzare o dominare gli eventi, i fenomeni fisici e l'essere umano con la volontà di colui che l’ha pensata. Il mago, appunto.
A tal proposito, l’esoterista e scrittore britannico Edward Alexander Crowley, uno dei maggiori esponenti dell’occultismo scomparso nella seconda metà del secolo scorso, affermava che “lo scopo generale della magia è influenzare il mondo dietro le apparenze, per poter trasformare le apparenze stesse”. Per mezzo della magia, pertanto, è possibile che le cose, così come gli eventi, cessino di essere ciò che sono per divenire ciò che noi desideriamo che siano. Un artificio quindi, che con l’inganno o la mistificazione proietta l’illusione di una realtà solo apparente, nascondendoci la verità.
Il rapporto tra magia, realtà e illusione, però, non è cosa nuova. Pëtr D. Ouspensky, allievo del filosofo Armeno G. Ivanovic Gurdjieff, nel libro “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” dedicato al suo maestro, racconta la storia di Kundalini: “Kundalini era un mago ricchissimo che possedeva numerosi greggi. Quel padrone era molto avaro e non voleva servirsi di pastori e neppure voleva recintare i luoghi dove le sue pecore pascolavano. Naturalmente esse si smarrivano, cadevano nei burroni, si perdevano, ma soprattutto fuggivano, perché sapevano che il mago voleva la loro carne e la loro pelle. E a loro questo non piaceva. Così il mago trovò un rimedio: ipnotizzò le sue pecore e cominciò a suggerire loro che erano immortali e che l’essere scuoiate non poteva fare loro alcun male. Inoltre, insinuò che tale trattamento per esse poteva essere buono e persino piacevole. Poi Kundalini aggiunse che egli era un buon pastore, che amava talmente il suo gregge da essere disposto a qualsiasi sacrificio nei loro riguardi. Infine suggerì alle pecore che se doveva capitare qualcosa, non poteva in ogni caso capitare in quel momento e nemmeno in quel giorno, e di conseguenza non avevano di che preoccuparsi. Dopodiché il mago introdusse nella testa delle pecore l’idea che esse non erano affatto pecore: ad alcune disse che erano leoni, ad altre aquile, ad altre ancora che erano uomini o che erano maghi. Fatto ciò, le pecore non gli procurarono più né noie ne fastidi. Esse non fuggivano più, ma attendevano serenamente l’istante in cui il mago avrebbe preso la loro carne o la loro pelle”.
Questo racconto illustra perfettamente l’attuale situazione dell’uomo, che per effetto di una potente magia, ignora di essere soggiogato e ingannato. Indotto a credere di vivere la vita ad occhi aperti e nell’errata convinzione di essere padrone della propria esistenza, l’essere umano vive il ‘sogno’ come fosse vero, ignorando di essere ‘addormentato’. L’ipnosi collettiva di Kundalini altri non è che la potente magia del più grande mago di tutti i tempi, che agendo nella mente, è riuscita ad avere successo sulla nostra capacità di vedere e capire la vera realtà delle cose. Nel mio penultimo libro, TIY - la verità dentro di te (Leone editore, 2018) dedico l’intero sesto capitolo a questo misterioso regista delle nostre vite: il grande corruttore.
Per quanto appaia astratto e concettualmente lontano dai nostri bisogni quotidiani di mera sopravvivenza, egli è una realtà viva e attiva nella vita individuale e collettiva di ognuno di noi. Quel personaggio biblico, misterioso, per alcuni affascinante e degno di rispetto, persegue con soprannaturale tenacia un unico scopo: la distruzione del genere umano. Come? Allontanandoci dalla verità di noi stessi. Facendoci credere di essere meno di quello che siamo o differenti dalla nostra reale natura, la sua magia vuole impedirci di riconoscere nelle innumerevoli catene della vita, una occulta cospirazione che attenta alle nostre libertà, impedendo così moti di ribellione.
Illuminante in tal senso, è il film rivelazione del 1999: Matrix, scritto e diretto dai fratelli Wachowski. In quel capolavoro, Matrix rappresenta la realtà illusoria che ci viene messa davanti agli occhi, giorno dopo giorno, da quando siamo al mondo, obbligandoci a soggiacere alle sue trame intrise d’inganno e menzogna: “Matrix è ovunque, è intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità: che tu sei uno schiavo. Come tutti gli altri sei nato in catene. Sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente”.
Questa è la cruda realtà che la ‘pillola rossa’ della consapevolezza offre a chi ha coraggio di inghiottirla. La magia dell’Antico Serpente è molto forte, tanto che anche quei pochi che vivono con gli ‘occhi aperti’, sono indotti dalla vita stessa a rinnegare tale apertura. La logica della vera vita è talmente differente da come ci viene proposta dalle regole del mondo, che seguirla significa andare incontro a dolore e sofferenza. Questo è uno dei motivi per cui qualcuno, seppur consapevole, rinuncia e preferisce tornare all’oblio dell’incantesimo.
Il Grande Corruttore conosce molto bene la forza dell’uomo: lo odia e al contempo lo teme. Egli sa che se noi fossimo consapevoli di essere creature uniche e straordinarie, in cui la duplice natura umana e spirituale crea un’unità salda e potente. Se noi ci ricordassimo che siamo esseri liberi e pensanti, in cui la libertà di scelta è un diritto innato e non condizionato dai diversi regimi che si alternano senza un ordine né un motivo apparente. Se noi, inoltre, riconoscessimo nella vita un dono da restituire secondo le nostre potenzialità, credenze motivanti e valori personali e religiosi, potremmo diventare pericolosi. Per questo dobbiamo essere sminuiti, distratti e ingannati. La libertà di pensiero è un flusso di opposizione che spaventa, e per questo deve essere manipolato e orientato affinchè non alimenti contestazioni e ribellioni.
Rimanendo nei confini del raziocinio, il principio di manipolazione della realtà trova una sinistra analogia con le dinamiche della comunicazione mass-mediatica, le cui tecniche persuasive sono finalizzate all’orientamento dell’opinione pubblica nella direzione desiderata. Dietro al messaggio che quotidianamente viene trasmesso dai media, ci sono strategie, tattiche, metodi e uno studio molto approfondito per attirare l'attenzione dell'osservatore e manipolarne i comportamenti. La comunicazione è appositamente studiata e incorniciata per incidere sui bisogni e le necessità della gente, così da influenzarne la risposta emotiva. Ma tutto questo ancora non basta per orientare le masse. È necessario che il messaggio trasmesso dai molteplici canali d’informazione, anche tra loro apparentemente concorrenti, sia concorde, congruo e unidirezionale. Per questo i mass media predispongono per il pubblico “l‘ordine del giorno” degli argomenti cui prestare attenzione, escludendo gli altri. Si chiama Agenda Setting, ed è una precisa strategia studiata per influenzare il pubblico su cosa si deve pensare, sulla gerarchia di temi, su questioni e argomenti cruciali, utili non solo per sapere cosa andare a vedere e cercare sui media, ma anche per prendere posizione, informandoci. La libertà d’informazione, pertanto, è soltanto una libertà vigilata che ci obbliga a subire le scelte operate da una bieca regia occulta. Ciò che si verifica prende il nome di “manipolazione del consenso”, ed è un’autorevole arma di persuasione in grado d’influenzare il comportamento della gente.
Ora, posto che abbiamo capito che tutti siamo soggetti a manipolazioni e artifici, e che la realtà che ci viene presentata è solo una costruzione abilmente pensata per orientare il nostro pensiero, non è difficile riconoscere anche nella comunicazione massmediatica una potente e oscura magia che offusca le nostre menti. A questo punto, però, riconosciuta l’analogia concettuale tra comunicazione persuasiva e magia, potrebbe sorgere lecita una domanda: cosa accomuna la strategia del Grande Corruttore con le dinamiche manipolatorie dei potentati che ispirano i Mass Media?
Forse i Mass media sono anch’essi il Diavolo? Assolutamente no. Non scherziamo.
A parte le differenti nature dei due attori, uno spirituale e l’altro decisamente materiale, essi non hanno niente in comune, tranne una cosa: entrambi perseguono il controllo delle masse.
Così come il grande mago ipnotizza le coscienze per impedire ribellioni e tenere il gregge docile e sotto il proprio controllo, così i più importanti canali di comunicazione, obbedienti agli oscuri potentati che li dirigono e attraverso la costruzione di frames manipolatori, ipnotizzano le menti.
Esiste una tesi complottista, secondo la quale un presunto gruppo di potere oligarchico e segreto si adopererebbe per prendere il controllo di ogni Paese del mondo in maniera totalitaria al fine di ottenere il dominio della Terra. Viene chiamata teoria del complotto del Nuovo ordine mondiale (NWO). Vera o falsa che sia, quella tesi incarna comunque una grande verità: una potentissima oligarchia cospira per avere il controllo delle masse.
Beh, se tutto questo fosse vero, direi che non siamo messi tanto bene. Quasi quasi mi viene voglia di rigurgitare la ‘pillola rossa’ che ingoiai circa trent’anni fa!
Comprendo perfettamente la sofferenza degli indomabili e dei difensori delle libertà individuali. Hanno tutta la mia stima e il mio rispetto. Vivere con gli occhi aperti non è facile, soprattutto quando le persone intorno a te sono dormienti. Per coloro che non sono stati contagiati dall’ipnosi collettiva, riconoscere nei messaggi massmediatici le strategie fuorvianti, osservare e capire fin nei minimi dettagli la costruzione del contesto che definisce gli eventi, leggere le palesi menzogne espresse in modo verbale e non verbale dai servi del regime e molto altro e non poter reagire, non è facile. Eppure non abbiamo scelta. Derubati dei nostri diritti di libertà siamo ridotti a un silenzio impotente, tra l’altro già premeditato da una precisa strategia di comunicazione chiamata “Spirale del Silenzio” che inibisce ogni moto di opposizione. Questa teoria, sviluppata negli anni settanta dalla sociologa tedesca Elisabeth Noelle-Neumann, afferma che una persona singola è disincentivata dall'esprimere apertamente e riconoscere a sé stessa un'opinione che percepisce essere contraria alla opinione della maggioranza, per paura di riprovazione e isolamento da parte della presunta maggioranza. Questo fa sì che le persone che si trovino in tali situazioni siano spinte a chiudersi in un umiliante silenzio, che agli occhi degli osservatori appare come un assenso, pur non essendolo. Quindi, per semplificare, la pecora che bela più forte, accorgendosi di essere l’unica, smette di belare e ritorna nel gregge. È facile riconoscere in questo esempio, ciò che stiamo vivendo in questo momento. La psicosi di massa che in questa emergenza pandemica si è trasformata in un’isteria avvolgente e delirante, è una spirale che ipnotizza le coscienze e le rende disponibili a qualsiasi credenza. In questi giorni di clima surreale, l’informazione e la disinformazione, due ‘mani’ apparentemente lontane ma di fatto attaccate allo stesso corpo, confondendoci e aizzandoci l’uno contro l’altro c’inducono a cedere alla paura e alla disperazione. Bombardandoci con messaggi terrorizzanti e convinti a cedere ‘per il nostro bene’ alle direttive di regime, ci costringono ad accettare il ricatto del controllo per poter lavorare, partecipare ad eventi sociali e culturali, e non di meno, ad accedere a strutture. Ma per quanto assurdo, anche questo passaggio storico era previsto, anzi profetizzato: “E faceva sì che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno potesse comprare o vendere se non chi avesse quel marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome…. e il suo numero è 666”. (Apocalisse 13:16-18)
Più avanti, quando questa psicosi sarà passata, sicuramente avremo risposte circa i presunti chip contenuti nei vaccini, un marchio a tutti gli effetti in grado di trasmettere e ricevere informazioni. Di certo, attualmente è il green pass la conditio sine qua non per poter vivere senza essere esclusi dalla società (…che nessuno potesse comprare o vendere se non chi avesse quel marchio...). Ciò conferma il paradosso del reale e l’irreale, aprendo uno scenario possibilista che si presta a più di un’interpretazione. Vorrei continuare e approfondire, ma preferisco fermarmi qui.
Intuisco che per i lobotomizzati da una detenzione prolungata dietro le invisibili sbarre della realtà apparente, le parole contenute in questo articolo saranno difficili da accettare, come so che la verità fa male. Tanti, anzi, troppi preferiscono l’oblio alla libertà, pur di non stravolgere le proprie vite. La conoscenza della verità richiede forza di volontà, rinunce e sacrifici che non tutti sono disposti a fare. In merito a ciò, così affermava il sociologo canadese Erving Goffman: "Posso solo suggerire che chi vuole combattere la falsa coscienza e destare la gente ai suoi veri interessi ha molto da fare, perché il sonno è molto profondo". Ma io non dispero.
Il risveglio della coscienza e la ricerca della verità sono le uniche possibilità che ci rimangono per liberare l’umanità dalla tirannia mistificante di Matrix, e questo è l’augurio che faccio a me stesso e a tutti coloro che, come me, non si arrendono all’inganno dell’illusione.
Enrico Popolo